ALTERNATIVE

Sanno chi sono, ma non smettono di porsi domande
2 singoli e altrettanti video annunciano l’arrivo di Un giorno all’alba

 

Due singoli e altrettanti video, Nei panni sporchi di Venere e Mille fiori, annunciano l’arrivo dei Sanlevigo con il loro esordio, Un giorno all’alba, la cui pubblicazione è prevista per la fine dell’anno.
La band suona alternative rock, è nata nel 2017 ma, soprattutto, è romana – altrimenti non sarebbe qui. In questi anni si è fatta le ossa è ha già avuto esperienze che ne hanno segnato il percorso, in particolare la collaborazione con il regista Raffaele Grasso, per il quale hanno musicato i cortometraggi Agnes (arrivato alle semifinali di Rai Cinema Channel 2018) e Corona (2020).
La band è di quelle che si impegna. Sì, s’impegna: nel trovare una via propria all’esplorazione delle emozioni in musica, nell’affrontare temi importanti su basi, diremmo, meno superficiali del solito…! L’EP con cui si sono mostrati al mondo, Doppelganger, per dire, racconta i disturbi della psiche riprendendo avvenimenti di cronaca nera realmente accaduti (come il caso di William Stanley Milligan, l’uomo dalle 24 personalità) e citando grandi opere letterarie come il Faust di Goethe e Marlowe.

 

Nei panni sporchi di Venere

Il brano è una coinvolgente ballad rock dedicata a una figura femminile distruttiva e manipolatrice, insaziabile nella sua ricerca d’attenzioni. Un brano che prende ispirazione dalla lettura critica di Søren Kierkegaard del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte. L’obiettivo era quello di rendere tangibile il distacco dalla realtà dato una un trauma sentimentale, rappresentare la depressione e lo sconforto. Di qui, l’introduzione di elementi come il casco d’astronauta o la descrizione di un ambiente allo stesso tempo sospeso e angusto.
“Volevamo raccontare uno stato mentale di prigionia, da cui non si vede via d’uscita.  Come ci si può liberare da un incantesimo che ci governa?  Come si può smettere di amare qualcuno? L’idea alla base è stata quella di allontanarsi dalla narrazione didascalica del brano, per trovare una chiave di lettura differente, in grado di mettere in primo piano le sensazioni provate durante l’ascolto e costruire una storia parallela a quella raccontata nel disco. Per questo abbiamo deciso, insieme alla Crooner Films, di riscrivere da zero un nuovo piccolo concept, legando la storia di questo videoclip a quella dei singoli successivi”.

 

Mille fiori

Nel video, come nel singolo, i “mille fiori” rappresentano le complesse sfumature emotive della persona amata. Un paradiso perduto, al quale vorremmo ritornare, al termine di una relazione, per ritrovare l’altro, ritrovare noi stessi e tutto quello in cui ci eravamo identificati. Il video vede la partecipazione della ballerina Francesca Pellegrini, già protagonista di Nei panni sporchi di Venere.
Volevamo trasmettere la rabbia per un sentimento spezzato, calpestato, malato. Se la logica ha tutta una sua dimensione, data da schemi irreali e dimensioni inconsce, la rabbia è perdita di controllo, colpa, giustificazione. Nel video si alternano due situazioni distinte: la prima inerente al racconto vero e proprio e la seconda costituita da inquadrature di riempimento, create attraverso l’espressione di due corpi che interagiscono, che non si vedono mai in volto. Nel mezzo, la band che per la prima volta appare all’interno di un suo videoclip”.

 

Le copertine dei singoli fanno parte di una serie di scatti realizzati dalla fotografa e reporter Claudia Pajewski (Motta, Nada, La Rappresentante di Lista). La promozione dei brani è stata accompagnata da alcuni scatti inediti tratti dalle performance visiva Dancing with the shadows, nel caso del primo singolo, Through, nel secondo, del fotografo Paolo Giordano e della ballerina di danza contemporanea Michela Tartaglia.
La distribuzione è a cura di Artist First. La produzione artistica e il mix sonoro, di Fabio Grande (Maria Antonietta, Colombre, Germanò, Joe Victor). Il master è stato curato da Giovanni Versari (Afterhours, Verdena, Muse). I video prodotti da Crooner Films.

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