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Swans

15 luglio – Villa Ada
Un’alchimia di suoni aperti ed ipnotici che stregano lo spettatore

Ancora una volta, Villa Ada sarà scenario di un suggestivo spettacolo che allieterà le calde notti della Città Eterna. Il prossimo 15 luglio, infatti, la rassegna musicale estiva organizzata a Villa Ada ospiterà gli Swans per un concerto sicuramente stimolante e poco convenzionale.

Gli Swans sono gruppo newyorkese di inizi anni ottanta, esponenti di primo piano della nascente cultura no wave, che in quegli anni faceva da contro canto dissonante al contemporaneo movimento new wave dai caratteri più pop e commerciali. Gli Swans sono figli della sottocultura punk, nati come una band hardcore punk, pian piano hanno indirizzato la loro forma espressiva verso territori più noise ed ambient, realizzando una musica in cui la ripetitività dei riff di chitarre, l’apparente atonalità delle voci e la propensione all’utilizzo percussivo di strumenti non convenzionali come lastre e cilindri d’acciaio, creano un ambient dai caratteri dark wave e neofolk.

Su questo sottofondo arioso e onirico che di colpo tramuta in marziale e industrial, poggiano le liriche scure di Michalel Gira, frontman della band che, attraverso una voce suadente, a tratti mostruosa e disperata, lamenta il suo incurabile male di vivere.

Michael Gira, ha abbandonato il progetto Swans nel 1996 circa, per dedicarsi alla carriera solista, un periodo durato più di 10 anni. Nel 2014, ha ripreso l’avventura Swans con l’album To Be Kind, disco monolitico che, abbandonate le atmosfere violente e nichilistiche del passato, esplora sonorità più epiche e maestose, senza mai dimenticare il reiterato amore per le atmosfere ariose e allo stesso tempo ossessive.

Gli Swans, “maestoso Cigno dal cattivo temperamento”, così come lo stesso Gira definisce l’affascinante creatura che ha dato il nome alla band; sul palco creano un’alchimia di suoni aperti ed ipnotici che stregano lo spettatore, trasportandolo in un viaggio interiore non necessariamente piacevole, tra suoni densi eterni, ritmi industriali e blues oppiacei, come in un rituale catartico di liberazione dalla paura. (Antonio Perruggino)

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