BLUES / BOOGIE

Passato, Presente, Futuro

10 anni di attività. Un tour per festeggiare. Ma è solo l’inizio. Di un grande ritorno.

 

di Angelo D’Elia

Un giorno, e ciò è risaputo, le macchine prenderanno il sopravvento. E chi ha creato le macchine? Noi! Quindi è certo che un giorno ci autodistruggeremo. James Cameron ci aveva già visto giusto nel 1984, con visioni di esoscheletri che marciano sulle rovine di quella che una volta era la nostra civiltà. Se c’è una musica che può accompagnare quelle immagini, mentre gli ultimi superstiti danzano sulle macerie, quella è il Blues. Quei ritmi così essenziali e coinvolgenti, tramandati attraverso le ere geologiche ed i continenti sono la costante invariabile, la matrice di ciò che oggi noi chiamiamo musica.

Lo hanno capito bene i Cyborgs, che sembrano venire dal futuro, sono estremamente radicati nel presente e tramandano una storia che proviene da un passato ancestrale, in un cortocircuito teorico e semiologico ben più raffinato di quanto possa sembrare ad un primo sguardo. Cyborg-0 e Cyborg-1 annullano la loro identità prendendo ispirazione dal codice binario, l’alfabeto della tecnologia, per recuperare e ritrasmettere qualcosa che l’umanità ha sviluppato fin dall’alba dei tempi. Un messaggio di speranza quindi, alla fine il Blues prevarrà anche sulle macchine, le renderà più umane.

The Cyborgs nell’attuale formazione a tre con Harmonica Bulldog (il primo a sinistra)

 

La loro forza, oltre all’impatto visivo, è anche il loro modo di trattare la materia, asciugandola da orpelli, concentrandosi sull’essenziale, sul ritmo e sul groove, rendendo il tutto quasi meccanico, ed estremamente ballabile.

Abilità che da ben 10 anni li porta in giro per il mondo, su ogni tipo di palco, a diffondere quello che è un messaggio universale (negli anni sono stati scelti per aprire i concerti di Bruce Springsteen, Deep Purple, Iggy Pop & The Stooges, Jeff Beck, John Mayall, Johnny Winter e moltissimi altri artisti di fama internazionale. I due hanno inoltre calcato i palchi europei di festival come l’Eurosonic in Olanda e il Bestival sull’Isola di Wight nel Regno Unito e si sono esibiti in ogni angolo del mondo, dalla Russia al Canada – n.d.r.). Oggi celebriamo questi 10 anni, che saranno suggellati da un nuovo imperdibile tour. Ne abbiamo parlato con CYBORG-1 (fondatore dei The Cyborgs nonché Basso e Batteria). (segue)

 

Dopo 10 anni di attività, per voi l’anonimato è ancora un valore fondante o soltanto un ironico vezzo?
Ad essere sincero credo che un vezzo non lo sia mai stato. L’anonimato resta tutt’oggi per noi un valore importantissimo che è cresciuto col passare degli anni e che adesso è di vitale importanza. Non parlo solamente dell’anonimato in senso stretto, ma di tutto quello che scaturisce dall’indossare una maschera ed esibirsi su un palco. Inizialmente non avevamo idea di quello che poteva significare in termini artistici. Ci sono molteplici aspetti che andrebbero analizzati: innanzitutto la maschera nasconde la tua vera identità ma allo stesso tempo ne crea un’altra, spesso ancora più forte. Crea tutta una serie di problemi e ostacoli che ti mettono alla prova fisicamente, come ad esempio difficoltà nel vedere lo spazio che ti circonda, lo strumento che stai suonando o quello che stai facendo sul palco. Difficoltà nell’ascolto. Difficoltà respiratorie, etc… Detto così sembrerebbe un inferno, e in parte lo è, ma ti assicuro che quando sei lì sotto parti per un viaggio, una sorta di meditazione e tutto questo mentre stai suonando. È un qualcosa di magico, non è più un semplice concerto, è una vera e propria performance. È per questo che oggi più di prima è di vitale importanza per noi la maschera, l’anonimato e tutto quello che ne scaturisce.

The Cyborgs – The Cyborgs (2011)

Qualche tempo fa, Luther Dickinson ci disse: “Se vuoi davvero suonare il blues, l’importante è continuare a farli ballare e mantenere quel ritmo così sexy…”, e mi sembra che sia esattamente ciò che fate, prediligendo la componente ritmica. Vi si può definire i Daft Punk dell’hard blues (o una versione aggiornata degli ZZ Top)?
Beh, indubbiamente Luther Dickinson ha ragione. È una prerogativa del Blues quella di far ballare. È un linguaggio musicale che ti prende alle gambe e ti trascina. Noi siamo sempre stati molto attenti a questo aspetto, e più in generale a far sì che il pubblico possa trovare interazione con l’artista. Devo dire che questo approccio di dialogo col pubblico per noi ha sempre funzionato. Ci divertiamo ogni volta e il pubblico fa lo stesso. Se non balli non c’è gusto.

The Cyborgs – Electric Chair (2013)

Per ciò che fate, la formula del power duo è praticamente perfetta; ma avete mai pensato di aggiungere qualche componente per ampliare le possibilità di espressione?
È vero siamo sempre stati in due, fin dagli inizi… il pensiero di aggiungere una guest ci ha sfiorato più volte, ma non è mai successo, almeno fino ad ora. Da questa estate infatti, in occasione della nostra reunion, stiamo viaggiando in trio. Con noi sul palco c’è anche Harmonica Bulldog. Una bella sorpresa direi. Col tempo il pubblico imparerà a conoscerlo. L’aggiunta di questo terzo elemento vuole anche essere un segnale di rottura col passato, un nuovo inizio dopo questo periodo buio di pandemia e lockdown. Rappresenta una ripartenza e allo stesso tempo il tentativo di trasformare il nostro sound con l’aggiunta di uno strumento straordinario come l’armonica.

The Cyborgs – Bios (2014)

Avete avuto modo di incrociare la strada con delle vere e proprie pietre miliari, arrivando ad aprire i concerti di gente come Bruce Spingsteen, John Mayall o sua maestà Iggy Pop. Avete mai ricevuto degli attestati di stima da questi personaggi – soprattutto dal buon vecchio Iggy che, ricordiamolo, si portò in tour Junior Kimbrough e la sua band, dimostrando così di aver capito tutto della musica.
Sì, abbiamo avuto la fortuna di aprire i concerti di molti grandi artisti, e a volte questi coincidevano con i nostri idoli, quindi è stato veramente un onore per noi poterli conoscere e poterci esibire prima di loro. Oltre a Bruce Springsteen, John Mayall e Iggy Pop ci siamo trovati sul palco prima di Jeff Beck, Deep Purple, Johnny Winter, Eric Sardinas e tanti altri. Ognuno di loro ci ha insegnato qualcosa ed è anche grazie a loro che siamo cresciuti. La serata con Iggy Pop a Firenze resta scolpita nelle mente, una serata speciale di puro rock’n’roll… ma a dirla tutta il vero attestato di stima, come sempre succede, viene dal pubblico. È quella la vera sfida: conquistare un pubblico che non è lì per te. In questo siamo sempre stati bravi, o fortunati, chissà…

The Cyborgs – Extreme Boogie (2015)

Durante le vostre peregrinazioni, qual è il posto in cui vi siete trovati più a vostro agio nel suonare la vostra musica? Se non è Roma o l’Italia in generale, secondo voi, perché?
Beh, è palese che fuori dall’Italia ci sia una differente cultura all’ascolto e una diversa partecipazione agli eventi culturali e musicali, però devo dire che questo non influisce tanto sulla nostra musica e sul nostro approccio ai concerti. Ad essere sincero lo standard dei concerti è lo stesso in ogni dove. Ci sono serate epiche e serate da dimenticare, e questo che tu sia in Italia, in Germania, in Inghilterra, dovunque. È così. Non esiste il paradiso.

 

The Cyborgs – Generation X (2018)

Sappiamo bene che, quando uscite dagli esoscheletri, siete davvero molto attivi nella scena blues nostrana. Qual è lo stato di questa forma d’arte? Come sta evolvendo il blues? E se sta evolvendo, c’è spazio anche per i numerosissimi talenti che sforna il nostro paese in quest’ambito?
Vedo che sei ben informato… il Blues è la nostra passione ed è difficile stargli lontano. È un linguaggio, il Blues, in continua evoluzione e diffusione. Se pensi al fatto che stiamo parlando di musica popolare, puoi immaginare quanta strada abbia fatto arrivando in ogni angolo del pianeta. È una musica sicuramente molto inclusiva che lascia spazio a tutti, anche perché inizialmente di facile approccio. Di contro, però, quando il livello si alza, ti rendi conto che ben poche persone possiedono veramente il Blues e sanno trasmetterlo. Il nostro paese è ricco di talenti che diffondono il verbo, giovani e meno giovani, e che contribuiscono spesso a innovare e rinnovare questo stile musicale. Probabilmente il Blues rappresenta una delle maggiori forme musicali che sono state in grado di evolvere e mutare come nessun altro stile ha saputo fare nel corso dei decenni. Siamo di fronte a un fenomeno pressoché unico. Siamo al cospetto del Blues, la matrice di tutto.

The Cyborgs – Bootleg – Live in Studio (2019)

Dopo un breve periodo di separazione, siete ritornati alla vecchia formazione per un tour in occasione del decennale del vostro primo disco. C’è qualcosa in programma per il futuro?
Diciamo che di questi tempi è difficile fare programmi per il futuro. Con certezza posso dirti che abbiamo in cantiere un nuovo disco, nonché la pubblicazione di un best-of che molti ci stanno chiedendo. Per il resto siamo fiduciosi e vogliosi di continuare i nostri viaggi in giro per il mondo, portando il Blues anche nei posti più assurdi. Questo ci è sempre piaciuto molto ed è un qualcosa che ci diverte e ci spinge ad andare avanti. Qualsiasi cosa ci riserverà il futuro, di sicuro sarà Blues.

***

Pin It on Pinterest

Share This