Experimental / Post Rock

Tortoise

21 Febbraio – Monk Club
La catastrofe è servita

I Tortoise, attivi ormai dal lontano 1994, sono il classico esempio di band che ama fare le cose per bene e senza fretta. Una media di 3 anni tra un album e l’altro, salvo per il periodo che ha preceduto l’ultimo lavoro in studio, distante ben 7 anni dal precedente e fortunato Beacons Of Ancestorship, un sound che ha ridefinito le sorti del post rock e della musica sperimentale lungo tutti gli anni novanta e zero e un’attenzione ai dettagli comune a pochi: si delinea così, con pochi tratti, la carta d’identità dei Tortoise.

La band di Chicago sarà sul palco del Monk Club di Roma il 21 Febbraio per presentare The Catastrophist, uscito lo scorso 22 Gennaio per Thrill Jockey. Un album, questo, che ha diviso il pubblico in 2: da un lato chi critica l’eccessivo utilizzo dei synth (Il Mucchio), dall’altro chi lo vede come un punto di partenza per un nuovo viaggio sonoro (Pitchfork). Sta di fatto che, come spesso è accaduto, siamo di fronte ad un lavoro che, sebbene in misura minore rispetto al passato, rompe con esso e introduce il cantato per la prima volta.

La voce designata è di tutto rispetto: Georgia Hubley (Yo la tengo) che spezza l’album in due con l’ammaliante ballata Yonder Blue. Dopo vent’anni John McEntire, Doug McCombs, John Herndon, Dan Bitney e Jeff Parker non solo non si sentono stanchi e appagati ma serbano ancora una grande voglia di sperimentare, vocazione che ha li ha resi quasi unici nel loro genere.

Ascoltare i Tortoise dal vivo è un’esperienza che noi di LESTER ci sentiamo di raccomandare caldamente. Non capita così spesso di averli in Italia e nessuna carta può essere migliore per sviscerare un album complesso come The Catastrophist che ascoltare la band a qualche metro di distanza.

Sarà vera gloria? Andate al Monk e lo scoprirete. (Stefano Capolongo)

Visione consigliata:

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