Pop / Elettronica

Cosmo Live al Monk

Cosmo – (Foto di Fabrizio Necci)

 

Eppure mi sento da Dio: la festa infinita di Cosmo

22 febbraio 2017 – Monk (Circolo Arci)

LIVE REPORT – C’è stato un momento preciso, proprio alla fine del catartico live al Monk, in cui Marco Jacopo Bianchi in arte Cosmo ha pronunciato la seguente frase: “Ciao, ci vediamo tra un bel po’”. Abituati al solito “a presto” in un mondo che corre più veloce di noi fa strano pensare ad un lungo stop, soprattutto per un artista che ha celebrato il suo ultimo disco con circa 90 date live in tutta Italia. La stanchezza si percepisce nei movimenti, nei ritmi e nella voce ma in questa situazione si configura come valore aggiunto per chi, come lui, aveva accarezzato l’idea, chissà quanto verosimilmente, di abbandonare le scene dopo il 2016. Questa serata, al contrario, è stata la dimostrazione perfetta dello stato della sua arte, del livello che il (ormai ex) prof. Bianchi ha raggiunto e, più in generale, del pop elettronico (non elettro-pop, badate bene) italiano al quale lui stesso ha ridato nuova vita plasmandolo in una nuova e personalissima forma.

Dodici brani, tra i quali vengono calati sapientemente i momenti più emotivamente toccanti di Disordine (Dedica, Esistere, Ho visto un Dio, Disordine, Le cose più rare) ma riportati al mood de L’ultima festa, innegabilmente più forsennato e disorientante, che trasforma il concerto in una dancehall coloratissima. Il raccoglimento ascetico che sfocia in stage diving, i coriandoli, le luci strobo, il pubblico sul palco: tutti questi elementi fanno di Cosmo un artista totale che riesce a racchiudere nello spazio di un live i vari step evolutivi che lo hanno portato da frontman dei Drink To Me a fenomeno unico nel panorama italiano.

L’impresa di coniugare pop-elettronica-synth e, a tratti, psichedelia senza cadere nella trappola dell’espediente ruffiano è perfettamente riuscita ed il pubblico fedele non ha mancato di cogliere questo (enorme) dettaglio. Cosmo è il futuro prossimo che si può toccare con mano, il lavoro duro e il divertimento puro. Quanto al resto, sono tutte cazzate. (Stefano Capolongo)

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