ACID ROCK – PSYCHEDELIC
Paolo Spaccamonti – Paul Beauchamp
Il duo della sperimentazione: Spaccamonti-Beauchamp
Ascolta il disco Torturatori
(Escape From Today – Fratto9, 2017)
RECENSIONE – Un incontro piuttosto strano è quello avvenuto tra l’italiano Paolo Spaccamonti e il suo alter-ego a stelle e strisce Paul Beauchamp, due musicisti dalla creatività sopraffina che hanno dato vita ad un disco magnetico che trasporta l’ascoltatore in un tunnel di improvvisazione allo stato puro. Solo musica per “Torturatori”, il primo lavoro studio del duo italo-americano.
Lui, Paolo Spaccamonti, originario della Basilicata, chitarrista dall’animo blues – anche se il suo primo amore resta il metal – che con le sue note fornisce il giusto tappeto melodico all’altro compagno di viaggio, Paul Beauchamp, direttamente dalla East Coast americana, visionario della musica dal taglio psichedelico che fa della sperimentazione una delle sue virtù. Così diverse ma altrettanto complementari sono le armonie che compongono questo disco. In una continua opera di influenza reciproca, le note corpose della chitarra acustica incontrano le dissonanze sonore – fatte di rumori ed effetti di fondo – create in loop da campionatori elettronici.
I trenta minuti scarsi di musica che compongono il disco sono sufficienti per comprendere al meglio la bravura e l’estro dei due musicisti. Alle melodie cupe della chitarra si associano dei piccoli dettagli che impreziosiscono le due macro tracce che compongono il disco. Perché è di questo che si tratta. Per Torturatori il duo Spaccamonti-Beauchamp ha preferito due lunghe sequenza musicali per permettere di creare e improvvisare senza avere vincoli di durata. Una prima, Black Side – poco più di quindici minuti – dall’animo più oscuro, fatta di note singole e tonalità inquiete, intrisa di suoni forti e corposi che aumentano di intensità con lo scorrere dei secondi, come a immaginare di cadere in un baratro senza via di fuga per poi ritrovare la salvezza verso la fine, dove l’atmosfera diventa più pacata, dove la profondità dei suoni prende il sopravvento regalando uno stato di pace interiore.
La seconda traccia invece, la White Side, è più melodica anche se lo scorrere della musica diviene lento e disteso. L’utilizzo della chitarra acustica ad opera di Spaccamonti regala più vivacità ai quattordici minuti di musica, dando più risalto alle sei corde. Non manca, tuttavia, la creatività di Beauchamp che ha saputo riempire di elementi sonori i vuoti della traccia. L’atmosfera qui è più riflessiva. La giusta colonna sonora per un viaggio introspettivo, intimista e personale.
Un turbinio di creatività avvolge un disco in cui le virtuosità malinconiche della chitarra di Spaccamonti incontrano la genialità sonora di Beauchamp con un risultato sensazionale ed emotivamente coinvolgente. L’asse Italia/America, almeno in musica, non è mai stato così vicino come lo è stato per questo disco. (Antonio Ciruolo)