DREAM BLUES


Martingala (foto di Andrea Di Lorenzo)


Rivogliamo tutto 


di Angelo D’Elia

RECENSIONE – Ben quattro anni fa, i Martingala ci stupirono con Realismo Magico Mediterraneo. Folgorante disco d’esordio, morbido distillato di finezze pop con spruzzate di soffice psichedelia e chitarre taglienti, che affrontava la banalità del quotidiano con sguardo onirico e distorto. Ai tempi, ve li descrivemmo con toni ai limiti dell’entusiastico (a ragion veduta), tanto da renderli protagonisti assoluti della nostra prima (ed ormai leggendaria) Lester Night. Francamente credevamo ormai di dover, nostro malgrado, archiviare il progetto sotto la voce ‘meteore’ – e ne abbiamo davvero tante in archivio, forse un giorno riusciremo a raggrupparle tutte – invece eccoli di nuovo, quando meno ce lo si aspettava e per di più in forma davvero smagliante.

I Martingala hanno sempre adoperato la definizione di dream blues per dare una categoria astratta alla loro musica, e questo Anima Incolta – in uscita proprio quest’oggi su tutte le piattaforme di ascolto on line – ne approfondisce definitivamente il concetto.
Il blues è musica ruvida e carica di suggestioni, che ci mette in diretta connessione con i nostri impulsi primordiali e la band si è mossa sicuramente in questa direzione, in composizioni più cupe ed istintive, con chitarre fragorose e più in evidenza che mai. Ma è la componente onirica a farla da padrona, ammantando il tutto di un suadente senso di malinconia, restituitaci da quei piccoli dettagli, da quella cura per gli arrangiamenti che erano e sono la marca distintiva della band. Il singolo lanciato dalle pagine di Lester, Supernova, è emblematico.

Già l’introduttiva Overture (il pezzo surf) ci trasporta in quest’atmosfera ai confini tra sogno e realtà, una rilettura della musica surf come solo i Pixies di Cecilia Ann avevano saputo regalarci (ed in effetti tutto il lavoro è debitore del sound di Bossanova, quarto disco della creatura di Black Francis), ma con chitarre dai riverberi lynchiani, un pezzo che starebbe benissimo in un fine serata al Bang Bang Bar, in quel di Twin Peaks, dove si serve caffè nerissimo ed i gufi non sono quello che sembrano.
In tutte le quattro tracce che compongono questo EP, non ci abbandona il senso di una narrazione che evoca immagini come singole inquadrature di un racconto cinematografico. D’altronde, non è il cinema la più vivida rappresentazione del sogno?

Un ottimo ritorno alle scene, quindi, in un momento in cui le ‘scene’, purtroppo, ce le possiamo soltanto immaginare. Proprio come il guardare esibizioni improvvisate attraverso uno schermo ci fa soltanto aumentare la voglia di tornare a mordere la transenna sotto il palcoscenico, l’unico difetto di questo lavoro, è che ci fa venir voglia di avere qualcosa di più. Quindi, questo lo prendiamo come un ottimo teaser per qualcosa di completo che verrà più avanti, perché la speranza che più avanti ci sia qualcosa di completo ci fa rimanere sani di mente. Citando il pezzo più duro in scaletta: Rivogliamo tutto!

Martingala – “Anima Incolta”
(Autoprodotto, 2020)

Ascolto obbligato: Nostalghia

 

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