ALT COUNTRY
Laura Senatore e Paolo Bertozzi dei 2Hurt
The Last Waltz
di Angelo D’Elia
Ogni viaggio, per quanto lungo e meraviglioso, è destinato a finire. Ed è proprio la fine che rende il viaggio meritevole di essere vissuto, quel momento in cui possiamo finalmente fermarci e guardarci indietro con tranquillità e soddisfazione e raccogliere in un fardello tutte le esperienze, le persone, i luoghi e le difficoltà che in qualche modo hanno influenzato il nostro cammino. Dopo quasi 15 anni di intensa attività tradotti in musica meravigliosa e senza tempo, i 2Hurt decidono di porre fine al loro cammino e lo fanno con la serenità e la consapevolezza di chi, guardandosi indietro, riconosce la grandezza del proprio percorso, di cui questo Let’s Get Lost, oltre che rappresentarne l’ultima tappa, ne è anche un esauriente compendio.
In questo disco c’è tutto ciò che i 2Hurt sono stati, sono e sempre saranno (perché la loro musica è destinata a permanere nel tempo). Un’anomalia nel panorama discografico italiano, che trae le sue origini dagli antichi furori del garage punk nostrano di fine anni ’80 e dalla fragorosa chitarra di Paolo ‘Spunk’ Bertozzi, che nel corso delle decadi è maturata ed invecchiata come un buon vino, dilatando e stemperando la furia di un tempo fino a tramutarla nell’inebriante distillato di country folk oscuro ed allucinato, sferzato da imponenti ventate di psichedelia, che oggi siamo abituati a conoscere. E se può esserci un unico rimpianto, è che forse non sono stati conosciuti quanto avrebbero meritato (e meriterebbero folle oceaniche). Quello dei 2Hurt è un culto, e come ogni culto si rivolge ad una cerchia ristretta, e noi facenti parte di questa cerchia siamo gelosi di questo rapporto in esclusiva, perché qualcosa di talmente unico quasi godiamo a tenercelo tutto per noi.
Il precedente Vampire Weekend Interview era un esperimento anomalo, una raccolta di piccole schegge strumentali, una serie di istantanee di cui mettevamo in evidenza il profondo potere evocativo. Let’s Get Lost, invece, richiama alla mente un’unica grande immagine, quella di una lenta ed inesorabile cavalcata verso il tramonto, fino a sprofondare nella notte più scura. Una contrapposizione, questa tra luce ed oscurità, messa ancor più in evidenza dal contrasto tra la voce di Paolo Bertozzi, che è profonda, cavernosa, ormai quasi un rantolo ed i contrappunti intessuti dal violino di Laura Senatore, che immergono le composizioni in una luce calda e placida.
Nella prima parte del disco regna un senso di calma arrendevole, i brani si susseguono morbidi e solenni, richiamando una classicità senza tempo a cui i 2Hurt possono tranquillamente ascriversi senza il timore di sfigurare. E quando si parla di classici, si parla di un modo di suonare ormai quasi in via di estinzione, che prevede la lentezza e quindi la pazienza (e l’esperienza) per permettere alle composizioni di espandersi, di dilatarsi per creare un’atmosfera, per esplorare ogni singola nota fino alle estreme conseguenze. Non ci si stupisca, quindi, se i punti di riferimento in questo caso sono direttamente riconducibili a nomi come Neil Young o i Grateful Dead, di cui Spirit Of The Moon è uno degli omaggi più accorati che ci sia capitato di ascoltare.
Andando avanti nell’ascolto, cominciano a farsi sentire le chitarre elettriche, i toni si fanno più cupi e minacciosi, la luce del sole comincia lentamente a scomparire fino a deflagrare nell’avvolgente e frastornante vortice nero di You’ll Never Know, 10 minuti di ascendente tempesta chitarristica, un raga deviato e contorto, dove la psichedelia si fonde all’oscurità, per poi sfumare di nuovo nella calma estatica della traccia conclusiva, Let’s Get Lost (che dà il titolo all’album), e che invita anche noi a perderci completamente nella luce pallida del mattino.
Questo, qualora non fosse chiaro, è un disco che chiunque dovrebbe possedere e custodire gelosamente, e magari cogliere l’occasione per recuperare l’intera discografia di una realtà davvero senza eguali nel nostro panorama musicale. Ma ora, i nostri eroi hanno lasciato la città e cavalcano verso il tramonto senza voltarsi indietro. Noi, che rimaniamo qui, ci togliamo il cappello ed innalziamo i calici… è stato un privilegio viaggiare con voi!
2Hurt:
Paolo Bertozzi – acoustic and electrics guitars, pedal steel, synth
Laura Senatore – violin
Roberto Leone – acoustic guitars, slide
Andrea Samonà – bass
Marco Di Nicolantonio – drums
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